Sempre più imprese del mondo del vino investono per migliorare la loro capacità di accoglienza: i fatturati in crescita della vendita diretta lo confermano. Ben venga, quindi, il recente Decreto Ministeriale sull’enoturismo (n.2779 del 12/03/2019 “Linee guida e indirizzi in merito ai requisiti e agli standard minimi di qualità per l’esercizio dell’attività enoturistica”).
L’enoturismo produce un incremento delle presenze di consumatori finali presso le cantine. Tutti stanno cercando di sviluppare questo settore che é in grado di assicurare significativi fatturati spesso con marginalità superiori alla media. Le recenti novità legislative sono però molto confuse e tra loro non allineate: enoturismo , agriturismo, strade del vino…. legislazioni diverse che creano confusione. A questa normativa si aggiunge, per le aziende agricole, la nuova possibilità di vendere nei loro punti vendita diretti anche prodotti di merceologie diverse provenienti da altre imprese agricole. Un situazione complessa che Management DiVino (iniziativa di Studio Impresa per la consulenza alle imprese del mondo vitivinicolo a cui partecipa anche Sistemi Spa) e i Dipartimenti di Economia Aziendale e Scienze Giuridiche dell’Università di Verona, con il contributo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno presentato a Verona, nel corso del Seminario “La vendita diretta, l’e-commerce e le accise nell’era dell’enoturismo”.
Il Cliente “enoturista” compra in cantina e desidera portare con sé il prodotto acquistato. La cosa non sempre è possibile, in modo particolare per i clienti stranieri che viaggiano in aereo. Questi clienti “affezionati”, che hanno incontrato la cantina in una esperienza di acquisto positiva e coinvolgente, intendono poi proseguire la relazione acquistando i prodotti a distanza. L’e-commerce rappresenterebbe la soluzione ideale se le normative fiscali e doganali non rendessero estremamente complesso e costoso il suo utilizzo. Queste difficoltà inducono i produttori ad affidarsi a piattaforme che non forniscono il servizio e-commerce ma sono dei veri e propri rivenditori. La cantina è stata costretta a “cedere il cliente” e la relazione così faticosamente conquistata con la visita in cantina! Ma anche quando il cliente straniero organizzasse, di sua volontà e a proprie spese, un ritiro della merce presso la cantina, non verrebbero meno gli adempimenti legati alla fiscalità e alle accise.
Per non perdere queste quote di mercato in crescita le aziende del vino devono innanzitutto aumentare le loro competenze in materia per trovare così soluzioni organizzative corrette e in grado di abbattere gli elevati costi delle attuali transazioni. Ma non solo competenze: servono anche idee nuove. Come ad esempio coordinarsi con altre imprese mettendosi in rete e ottenendo così importanti risparmi. Con economie di scala e selezionando fornitori di logistica capaci ed efficienti, che assicurino un servizio di qualità a costi sostenibili, potrebbero continuare a servire i loro clienti privati così faticosamente conquistati.
Link al decreto
https://www.politicheagricole.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/13877
A cura di Luca Castagnetti, Dottore Commercialista – Esperto in reti di impresa e strategie di sviluppo dell’impresa vitivinicola.
Fonte: Sistemiamo l’Italia