L’analisi del fabbisogno finanziario nella crisi d’impresa

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L’analisi del fabbisogno finanziario secondo una prospettiva quantitativa e qualitativa

L’analisi
del fabbisogno finanziario costituisce un importante momento nella
gestione dell’impresa. Fortemente correlato a fattori mutevoli nel tempo, il
fabbisogno finanziario studia sia l’andamento dei flussi delle entrate
monetarie, principalmente per ricavi di vendita o meglio per la riscossione dei
crediti, sia l’andamento delle uscite, relative ai costi di gestione o anche
pagamento di debiti di vario genere.

L’indagine
sul fabbisogno finanziario può seguire differenti prospettive:

  • di tipo quantitativo;
  • di tipo qualitativo.

La
prima, cioè quella di tipo quantitativo, o anche statico-quantitativo, pone
l’accento su un determinato istante, al fine di verificare la composizione
dell’attivo dello stato patrimoniale, con cui si identificano i mezzi
finanziari investiti in azienda, rispetto all’ammontare delle fonti di
finanziamento, stabilendo se quest’ultime sono adeguate alla copertura degli
investimenti in essere. In altri termini, l’osservazione sul fabbisogno,
secondo questa prospettiva, deve essere focalizzata sul quantum delle
risorse acquisite, al fine di comprendere se siano sufficienti a soddisfare le
esigenze legate allo svolgimento della gestione in funzione degli investimenti
attuali e quelli da realizzare.

L’analisi
sul fabbisogno finanziario di tipo qualitativo, o anche dinamico-qualitativo, è
volta, invece, a stabilire la giusta sincronizzazione, in termini di durata,
tra gli afflussi ed i deflussi di mezzi finanziari. Pertanto, fermo restando la
copertura delle fonti di finanziamento rispetto agli investimenti posti in
essere (analisi di tipo quantitativo), necessita verificare se vi sia una
correlazione tra finanziamenti a breve rispetto ad investimenti a breve,
piuttosto che tra investimenti a medio-lungo termine rispetto a finanziamenti
aventi scadenza di uguale durata. Così facendo, è possibile constatare se la
liquidabilità degli investimenti è tale da garantire la copertura delle
esigenze di cassa senza aver la necessità di ricorrere ad ulteriori
finanziamenti, se non nella loro fisiologica alternanza a supporto della gestione.
In tal senso, necessita trovare costantemente la risoluzione del trade off
tra l’attesa di realizzo degli investimenti (flussi in entrata), sia di breve
che di medio e lungo termine, e la disponibilità di mezzi liquidi, cassa e
banca (flussi in uscita). Questo perché un allungamento dei tempi di ritorno
sotto forma di liquidità degli investimenti, da cui una insufficienza di mezzi
monetari disponibili, ha come precipua necessità il ricorso a nuove fonti di
finanziamento sia per la copertura di nuovi investimenti e sia per l’estinzione
di vecchi finanziamenti.

Le
determinanti che potrebbero influenzare l’indagine sul fabbisogno finanziario

Tra le
variabili che possono influenzare l’indagine sul fabbisogno vi è sicuramente il
riferimento alla fase del ciclo di vita in cui versa l’azienda, in quanto per
un’impresa in fase in start up le dinamiche finanziarie sono sicuramente
differenti rispetto ad un’azienda in normale funzionamento o un’impresa in fase
di declino.

Un’altra importante
variabile, nell’ambito dell’analisi qualitativa e della sincronizzazione
fonti-investimenti, è rappresentata, in linea generale, dalla durata del ciclo
produttivo.

A quest’ultimo proposito è
evidente che un processo produttivo breve, che si conclude con l’entrata di
denaro per la vendita dei prodotti finiti e/o servizi, garantisce il ritorno
più immediato dei mezzi finanziari in precedenza investiti. Si pensi, a titolo
esemplificativo, alle imprese che operano nel settore dei servizi.

Di differente portata è il
discorso per un’impresa il cui ciclo produttivo non è di breve durata.

Per cui necessita prevedere
tempi di realizzo considerando le fasi dell’immagazzinamento materie prime,
qualora fossero previste, a cui si aggiungono i tempi delle fasi di produzione,
vendita e riscossione:

La
determinazione del fabbisogno finanziario

A
conclusione, volendo individuare le grandezze per la determinazione del
fabbisogno finanziario avremo che:

Investimenti
in scorte liquide

+       Investimenti in crediti

+       Investimenti in scorte di magazzino

+       Investimenti di beni strumentali

+       Investimenti in spese di esercizio

=      FABBISOGNO LORDO DELL’AREA ECONOMICA (A)

a cui si aggiungono

 Impieghi per rimborsi di finanziamenti

=      FABBISOGNO
LORDO AREA FINANZIARIA (B)

pertanto 

=      FABBISOGNO LORDO TOTALE (A+B)

Se quanto appena riportato
è ciò che accade dal lato degli investimenti, dal lato delle fonti di
finanziamento a supporto del fabbisogno finanziario avremo:

         Disinvestimenti reddituali

  • da
    ricavi di esercizio
  • da
    ricavi presunti futuri

+       Disinvestimenti patrimoniali

  • da
    realizzo cespiti
  • da
    realizzo crediti

=      FONTI LORDE AREA ECONOMICA (A)

a cui
si aggiungono i fabbisogni dell’area finanziaria

         Finanziamenti da prestiti

+       Finanziamenti da dilazioni

=      FONTI LORDE AREA FINANZIARIA (B)

pertanto

=      FONTI LORDE TOTALI (A+B)

Alla
luce di quanto sopra evidenziato, è bene ribadire l’opportunità di supportare
l’analisi sul fabbisogno finanziario con il documento del rendiconto
finanziario, con cui sarà, infatti, possibile approfondire la dinamica
finanziaria dell’impresa, confrontando gli impieghi derivanti dall’aumento di
attività e dalla riduzione di passività, rispetto alle fonti prodotte
dall’aumento delle passività e dalla riduzione delle attività.

A cura di Nicola Lucido – Dottore Commercialista in Pescara, Dottore di ricerca in Economia Aziendale, Ricercatore area aziendale Fondazione Nazionale dei Commercialisti.

 


Fonte: Sistemiamo l’Italia

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